L’Orto Botanico di Padova

L’Orto botanico di Padova

L’Orto botanico dell’Università di Padova fu istituito, con delibera del senato della Repubblica di Venezia, il 31 luglio 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei “semplici”, cioè di quei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. Alla metà del XVI secolo, lo studio delle piante, soprattutto ai fini della pratica farmacologica, era già consolidato presso lo Studio cittadino: qui infatti venivano lette e commentate le opere botaniche di Aristotele e di Teofrasto; a Padova avevano studiato Alberto Magno (1193-1280), considerato il più grande cultore della materia dopo Aristotele, e Pietro D’Abano (1253-1316), che aveva tradotto in latino la terapeutica greca di Galeno. L’istituzione di un horto medicinale, sollecitata da Francesco Bonafede che allora teneva la lettura dei semplici nello Studio (cattedra istituita nel 1533), avrebbe permesso agli studenti di orientarsi con maggior sicurezza in un ambito in cui regnava grande incertezza circa l’identificazione delle piante usate dalle antiche auctoritates; frequenti, infatti, erano gli errori e numerose erano anche le frodi, con grave danno per la salute pubblica. Il primo custode dell’Orto, Luigi Squalermo, detto Anguillara – affiancato dal 1551 da Pier Antonio Michiel –, vi fece introdurre e coltivare circa 1800 specie. L’Orto era continuamente arricchito di piante provenienti da varie parti del mondo, specialmente dai paesi dove la Repubblica di Venezia aveva possedimenti o con i quali intratteneva scambi commerciali. Edificato con grande probabilità su progetto dell’architetto Andrea Moroni, l’Orto medicinale venne creato sulla base di una  struttura circolare con un quadrato inscritto, a sua volta suddiviso in quattro quadranti attraversati da due viali perpendicolari. Al suo interno, alcune aiuole formano disegni geometrici diversi. Nel 1552, a causa dei continui furti di piante, la struttura venne circondata da un muro. Nei secoli successivi l’Orto subì modifiche e trasformazioni, arricchendosi di statue, fontane, busti e altri elementi decorativi senza però alterare la propria struttura d’origine; vennero poi aggiunte le serre e l’aula a emiciclo, il cosiddetto “teatro botanico”,

Bibl.
Francesco Danesin – Arturo Paganelli, Hortus simplicium: l’Orto botanico dell’Università di Padova, Cittadella (PD), Biblos, 1987. L’Orto botanico di Padova 1545-1995, a cura di Alessandro Minelli, Venezia, Marsilio, 2015..

Pianta dell’orto dei semplici di Padova. Giacomo Antonio Cortusi, L’horto de i semplici di Padova, in Venetia, appresso Girolamo Porro, 1591.

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