Tipografi, editori, librai

Contarini, Zaccaria
Nacque a Venezia nel 1526, primogenito di Paolo, influente senatore dello Stato veneto. Ricoprì numerosissimi incarichi pubblici: fu, tra l’altro, provveditore alla Sanità, podestà di Bergamo, capitano di Brescia. Nel 1592 Clemente VIII lo creò cavaliere. Divenne riformatore allo Studio di Padova nell’ottobre
1590 e, in tale veste, si espresse contro la chiamata a Padova di Galileo, preferendogli Giovanni Antonio Magini. Nel 1593 divenne provveditore generale in Friuli, quindi capitano a Padova nel 1594. Di nuovo riformatore allo Studio nel luglio del 1598, si oppose all’aumento di stipendio chiesto da Galilei. Rigido
sostenitore delle prerogative del patriziato e schierato con la parte conservatrice, nel 1600 giunse all’apice della sua carriera con l’elezione a procuratore di S. Marco de ultra. Morì nel 1602. In quanto riformatore allo Studio nel biennio 1591-1592, è destinatario della dedica del De balsamo di Alpini (nell’edizione del 1591 e nella ristampa del 1592).
Bibl.
Gino Benzoni, Contarini, Zaccaria, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 28, Roma 1983, s.v.
Prospero Alpini, De balsamo dialogus, Venetiis, sub signum Leonis, 1591, dedica.

Capello, Girolamo
Nato a Venezia da Vincenzo nel 1546, coltivò in gioventù interessi filosofici, arrivando a pubblicare a Padova, nel 1570, il trattatello De disciplinis ingenuis. Entrato nella vita politica veneziana, fu, tra l’altro, savio agli Ordini, membro del Pregadi, savio del Consiglio, capitano a Brescia e a Padova Ricoprì la carica di riformatore allo Studio di Padova nel 1601. In tale veste è tra i dedicatari del De praesagienda vita et morte aegrotantium di Alpini. Morì nel giugno del 1614.
Bibl.
Gino Benzoni, Capello, Girolamo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 18, Roma 1975, s.v. Prospero Alpini, De praesagienda vita et morte aegrotantium libri septem, Venetiis, apud haeredes Melchioris Sessae, 1601, dedica.

Dolfin, Giovanni
Figlio di Giuseppe di Benedetto nacque a Venezia nel 1545. Laureatosi a Padova in utroque iure, si dedica alla vita politica e ricopre numerosi incarichi, tra i quali savio agli Ordini, ambasciatore in Francia e presso l’imperatore, procuratore di S. Marco de supra. Il suo prestigio si afferma tra i “vecchi” di cui diventa esponente autorevole. Nominato nel 1600 riformatore allo Studio di Padova, è in tale veste che, con i due colleghi, concede un anticipo di stipendio a Galilei. Nel 1603 Clemente VIII lo nomina vescovo di Vicenza e successivamente cardinale. È tra i dedicatari del De praesagienda vita et morte aegrotantium di Alpini in qualità di riformatore allo Studio nell’anno 1601.
Bibl.
Gino Benzoni, Dolfin, Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 40, Roma 1991, s.v.
Prospero Alpini, De praesagienda vita et morte aegrotantium libri septem, Venetiis, apud haeredes Melchioris Sessae, 1601,
dedica.

Donà, Leonardo
Nato a Venezia nel 1536, fu ambasciatore presso Filippo II tra il 1569 e il 1573. La sua ascesa politica proseguì come membro del Consiglio dei Dieci. Fu puoi podestà a Brescia, ambasciatore a Roma e a Costantinopoli. Protagonista della vita politica cittadina come leader del partito dei Giovani fu eletto doge nel 1606: Gestì con fermezza il conflitto dell’Interdetto, mantenendo una decisa linea anti-papale. Morì nel 1612. In quanto riformatore allo Studio nell’anno 1592, è tra i dedicatari del De balsamo di Alpini.
Bibl.
Federico Seneca, Il doge Leonardo Donà, la sua vita e la sua preparazione politica prima del dogado, Padova, Liviana, 1959. Prospero Alpini, De balsamo dialogus, Venetiis, sub signum Leonis, 1591, dedica

Doria, Giovanni Andrea
Giovanni Andrea I Doria (Genova 1540-1606) era figlio di Giannettino Doria, erede designato di Andrea il grande. Alla scomparsa del padre, nel 1547, il vecchio Andrea lo destinò alla successione. All’età di circa dieci anni fu promesso a Zenobia del Carretto, nipote acquisita di Andrea, che sposò nel 1558. Alla morte del vecchio principe, nel 1560, Giovanni Andrea ereditò il palazzo di Fassolo, i titoli nobiliari e le galee. Abile ammiraglio, combatté a Lepanto (1571) e, nel 1583, venne nominato da Filippo II comandante supremo della flotta del Mediterraneo; nel 1594 divenne membro del Consiglio di Stato spagnolo. Ricchissimo e titolare di numerosi feudi, tra cui lo Stato di Melfi, cui era legato il titolo di principe, fu, con la moglie, rigidissimo difensore del controriformismo cattolico. Prospero Alpini venne chiamato al suo servizio tra il 1587 e il 1588 e si trattenne a Genova non oltre il 1590.

Bibl.
Rodolfo Savelli, Doria, Giovanni Andrea, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 41, Roma 1992, s.v. Giuseppe Ongaro, Contributi alla biografia di Prospero Alpini, in La personalità e l’opera scientifica di Prospero Alpini (atti del simposio Marostica, 16 giugno 1963), «Acta medicae historiae Patavina», 8-9 (1961-62/1962-63), pp. 79-168.

Foscarini, Giacomo
Nato a Venezia nel 1523 da Alvise, in gioventù si dedicò con successo alla mercatura; successivamente ebbe numerosi incarichi diplomatici e amministrativi, ma fu anche uomo d’armi, succedendo a Sebastiano Venier nel comando delle truppe venete nella guerra contro i Turchi (1572) e concludendo la pace con la cessione di Cipro. Rientrato a Venezia, proseguì la carriera politica, nei successivi vent’anni ricoprì una molteplicità di funzioni pubbliche, affermandosi come guida del patriziato tradizionalista e assurgendo ai più alti livelli dello stato. Fu riformatore allo Studio di Padova nel 1601 e, in tale veste, figura tra i
dedicatari del De praesagienda vita et morte aegrotantium di Prospero Alpini. Morì nel 1603

Bibl.
Roberto Zago, Foscarini, Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49, Roma 1997, s.v.
Prospero Alpini, De praesagienda vita et morte aegrotantium libri septem, Venetiis, apud haeredes Melchioris Sessae, 1601,
dedica.

Morosini, Antonio
Appartenente a una delle dodici famiglie originarie di Venezia, fu senatore e consigliere della Repubblica
veneta. Legato da pofonda amicizia con il padre di Alpini, ebbe un ruolo assai rilevante nella vita del
giovane marosticense: fu lui, infatti, a raccomandare Prospero a Giorgio Emo, in partenza per l’Egitto
come ambasciatore veneziano. Alpini gli dedica la sua prima opera a stampa, i De Medicina Aegyptiorum
libri quatuor (1591).
Bibl.
Prospero Alpini, De medicina Aegyptiorum libri quatuor, Venetiis, apud Franciscum de Franciscis, 1591, dedica.

Morosini, Giovanni
Figlio di Antonio, patrizio veneziano. È il dedicatario del De plantis alpiniano.
Bibl.
Prospero Alpini, De plantis Aegypti liber. Venetiis, apud Franciscum de Franciscis, 1592, dedica.

Priuli, Francesco
Appartenente a una delle più influenti famiglie del patriziato veneziano, fu ambasciatore al Cairo nel 1580
e poi procuratore di S. Marco. In qualità di riformatore allo Studio nell’anno 1592, è tra i dedicatari del
De balsamo di Alpini.
Bibl.
Prospero Alpini, De balsamo dialogus, Venetiis, sub signum Leonis, 1591, dedica e c. 67a.

Rovere (della), Francesco Maria
Figlio del duca di Urbino Guidobaldo II e di Vittoria Farnese, nacque a Urbino nel 1549; educato alle armi, prese parte alla battaglia di Lepanto. Alla morte del padre, nel 1574, gli succedette alla guida del ducato. Sposò in prime nozze Lucrezia d’Este, che non gli diede figli, e successivamente la cugina Livia della Rovere. Da quest’ultima unione nel 1605 venne alla luce Federico Ubaldo, a cui il padre lasciò la guida del ducato fino alla sua prematura scomparsa nel 1623. Il governo di Urbino tornò così di nuovo nelle mani del vecchio padre, che si risolse a sottoscrivere la devoluzione dei feudi familiari al papato.
Morì nel 1631. Alpini gli dedicò i tredici libri De medicina methodica (1611)
Bibl.
Prospero Alpini, De medicina methodica libri tredecim, Patavii, apud Franciscum Bolzettam, ex Typographia Laurentii
Pasquati, 1611, dedica.
Gino Benzoni, Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 50, Roma 1998,
s.v.

Selvatico, Benedetto

Nacque a Padova nel 1574. Laureatosi nel 1597, venne nominato lettore straordinario di medicina teorica nel 1603; divenne poi professore straordinario di medicina pratica in secundo Ioco nel 1607 e in primo
Ioco nel 1612; professore ordinario in secundo Ioco nel 1618 e in primo Ioco nel 1632; fu autore di
quattro centurie Consiliorum et responsorum medicinalium pubblicate a Padova nel 1652. Principe della
padovana Accademia dei Ricovrati e medico stimato in patria e all’estero, ottenne il titolo di conte
palatino dal re di Polonia. Morì nel 1634. Alpini, gli dedicò la disputatio De rhapontico nel 1612.
Bibl.
Prospero Alpini, De rhapontico disputatio in Gymnasio Patavino habita, Patavii, apud Petrum Bertellium, ex Typographia
Gaspari Crivellarii, 1612, dedica.
B.G. Selvatico Estense, Adriano Spighelio e Benedetto Selvatico, in L’Università di Padova nel VII centenario della sua
fondazione, Padova 1922, p. 52.
Maurizio Rippa Bonati, Benedetto Selvatico P.P.P.P., “Padova e il suo territorio”, 116 (2005), pp. 17-18.